Il prototipo italiano Aprilia RS-GP24 ha mostrato segnali incoraggianti durante il primo test del 2024 in Malesia, ma il margine di crescita è ancora alto.
Il lavoro del reparto corse Aprilia Racing durante l’inverno è stato incessante, e nel primo test 2024 in Malesia se ne sono visti i risultati. La nuova RS-GP ha stupito, soprattutto per uno studio aerodinamico ancora una volta innovativo.
Dopo lo shakedown portato a termine dal collaudatore Lorenzo Savadori, Aleix e Maverick hanno avuto modo di iniziare a lavorare sulla nuova moto nel corso dei tre giorni appena conclusi. Una prima presa di contatto che ha comunque mostrato segnali incoraggianti: c’è da adattare le caratteristiche della moto allo stile di ciascun pilota, ma il potenziale è stato giudicato unanimemente elevato.
Ora la MotoGP si sposterà in Qatar per l’ultima sessione di test, in programma il 19 e 20 febbraio, prima di iniziare ufficialmente (sulla stessa pista) la nuova stagione.
«Sono soddisfatto di questo primo test. Se guardiamo al miglioramento rispetto allo scorso anno, credo che nessuno sia cresciuto quanto noi. Adoro il carattere della nuova RS-GP, mi permette di essere ancora più veloce in percorrenza di curva e questo asseconda il mio stile di guida. È anche più stabile, seppure un po’ più impegnativa, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Abbiamo visto piloti e moto velocissimi, con una prestazione incredibile sul giro secco oltre ad un ottimo passo: siamo ad un buon livello ma non è ancora abbastanza».
Aleix Espargarò
«Sono stati tre giorni intensi, ma ne vorrei altri tre! La nuova RS-GP ha sicuramente del potenziale, in Aprilia hanno lavorato tanto durante l’inverno. Alla fine dello scorso anno avevo raggiunto un livello altissimo, specialmente in ingresso curva, feeling che per ora mi manca. È solo questione di provare nuovi setting, un diverso bilanciamento, per arrivare a sfruttare i punti forti del nuovo progetto come fatto nel 2023. Abbiamo ancora i test in Qatar per farci trovare pronti alla prima gara, in questo momento direi che siamo a metà del processo».
Maverick Viñales